Meravigliosa! Nella sua semplicità. E’ di George Harrison, ma fatta con tutti e quattro i Beatles. La scrisse in Inghilterra e durante un viaggio in Sardegna. Testo essenziale: riferendosi al Sole, “...it seems like years since it’s been here”...sembrano passati anni da quando è stato qui...
Stupenda! E’ una canzone della carriera solista di George Harrison. Suonano strane queste frasi nella canzone: “My sweet Lord, I really wanna see You, I really wanna be with You, but it takes so long, my Lord”, mio dolce Signore, voglio vederti davvero, voglio stare con te davvero, ma ci vuole così tanto tempo, mio Signore. Parole che suonano tristi, pensando che George non c’è più (il 29 novembre è l’anniversario). E’ un po’ come quando Freddie Mercury dei Queen, in una canzone postuma, quattro anni dopo che era morto (in quell’album con in copertina la sua casa in Svizzera sul lago), in un canzone diceva “leggo sui giornali, c’è morte in ogni pagina, oh Signore, io ringrazio il Signore lassù, la mia vita è stata salvata”...quando poi invece morì di Aids. La mia vera passione per i Queen è iniziata nel ’91, quando lui se n’è andato. Succede che cominciano a piacerti delle persone quando poi non ci sono più... :(
PENNY LANE
Canzone divertente, molto surreale. Presa da uno dei più bei album dei Beatles, quello del Sergente Pepe, “Sergeant Pepper’s Lonely Hearts Club Band”. Penny Lane è il nome di una via di Liverpool, la città dei Beatles. Ovviamente quella via oggi è un luogo di culto per i fan, e in Inghilterra ha il record per il numero di furti del cartello con scritto “Penny Lane”. E’ scritta e cantata da Paul McCartney. La “pretty nurse”, l’infermiera carina di cui si parla, che vende papaveri, è un’usanza britannica ogni anno a novembre per la commemorazione dei deceduti delle due guerre mondiali. Prima dice
“a four of fish and finger pies in summer...”: in un gergo di Liverpool già vecchio in quell’epoca, “finger pie” era un termine osceno riferito al sesso femminile. Penny Lane era anche il soprannome, il nome d’arte, della protagonista del film “Almost Famous” (bellissimo, molto Led Zeppelin), in cui lei faceva la “groupie” (ovvero la ragazza che segue una rockstar dappertutto, anche e soprattutto nel letto): era la biondina Kate Hudson, figlia della famosa attrice Goldie Hawn. Nella canzone, Penny Lane viene personificata; dà un senso di tranquillità quando inizia il ritornello:
“Penny Lane is in my ears and in my eyes, there beneath the blue suburban skies I sit...”, Penny Lane è nelle mie orecchie e nei miei occhi, là sotto cieli azzurri di periferia mi siedo...
SOMETHING
Bellissima. E’ di George Harrison, ma fatta coi Beatles. E’ la sua canzone più popolare ed eseguita, molto commovente quando l’hanno messa l’altr’anno quando è morto. “Da qualche parte nel suo sorriso lei sa, che non ho bisogno di nessun’altra donna, qualcosa nel suo modo di fare che mi fa capire...non voglio lasciarla ora, lo sai che ci credo, eccome”. Il film qui sotto è "Wonderwall” (!), con la musica indiana di George Harrison (regia di Joe Massot). La ragazza è Jane Birkin, la bellissima (una volta :) cantante e attrice inglese.
"Wonderwall to be here" + "Cowboy music"
A DAY IN THE LIFE
Suonarla è bellissimo. E’ il vero capolavoro scritto dalla coppia Lennon/McCartney, due nomi che sono sempre andati a braccetto (pochi anni fa Paul l’ha fatta diventare McCartney/Lennon, e Yoko Ono si è incazzata). Parla di due articoli visti sul giornale. E’ una canzone circolare, ma con diversi nuclei. Quel verso
“I’d love to turn you on”, mi piacerebbe mandarti su di giri, poteva essere letto come un invito all’uso delle droghe. Paul ammise che era una provocazione. Ma quei “quattromila buchi”, letti da qualcuno come tossicomania, provocarono la censura della BBC. Mi piace la parte in cui dice: “Oggi ho visto un film, oh ragazzi, l’Esercito Inglese aveva vinto la guerra, un mucchio di gente si è girata dall’altra parte, ma io ho dovuto guardare, avendo letto il libro...”
Richard Avedon images
ALL YOU NEED IS LOVE
Eeeeehhhhhh???? Direbbe Leonardo Manera ghghghghgh... Che roba si sente all’inizio??? L’inno FRANCESE!!!!!!!!!!!! NOOOOOO!!!! Proprio in una canzone così famosa del gruppo più famoso della storia, e così INGLESE per giunta! Non ci posso credere. Beatles, mi avete deluso :). Ma perchè l’amore viene considerato FRANCESE? Non capisco. Qui c’è Castagna, il Dottor Stranamore. Diventò un inno di quella che fu ricordata come “l’estate dell’amore”, quella del ’67 (Noel Gallagher degli Oasis era appena nato a fine maggio, l'album più famoso dei Beatles uscì qualche giorno dopo, a inizio giugno). Testo semplice di Lennon, al contrario di “I am the walrus” che John scriverà poco dopo questa. Nel video c’era anche il “nemico” Mick Jagger dei Rolling Stones, che cantava nel coro. “Non c’è niente che puoi fare che non si possa fare, niente che puoi cantare che non si possa cantare...nessuno che puoi salvare che non si possa salvare...è facile!” Nel finale si sentono delle auto-citazioni, di “She loves you” e “Yesterday”.
GET BACK
Mi ricordo che qualche anno fa, a Zelig, hanno fatto una versione di questa canzone in dialetto milanese (!!!) e faceva troppo ridere, diceva: “ghè il vecc, ghè il vecc...che l’vör pù andar via...” (traduzione, se non si capisce cos’ho scritto: c’è il vecchio, c’è il vecchio...che non vuol più andar via). E adesso ogni volta che suono con la chitarra questa canzone, la canto in milanese e invento le parole. Scritta e cantata da Paul, era una canzone politica, contro le misure allora adottate in Inghilterra contro l’immigrazione dall’Asia, dall’India. E invece questa canzone diceva “ritorna, ritorna, ritorna dove una volta appartenevi”. John invece aveva sempre pensato che fosse rivolta a Yoko Ono, un invito a ritornarsene nel suo paese. Molti ritengono che lo scioglimento dei Beatles fu proprio dovuto a lei, moglie di John.
THE LONG AND WINDING ROAD
Semplicemente magnifica. Viene la lacrimuccia ;(. Scritta e cantata da Paul, è una delle ultime canzoni dei Beatles. Le parole sono un classico delle canzoni d’amore, con una tendenza al vittimismo, in una certa manieeeeeraaa :))), direbbe Silvio. D’altronde in questa canzone è la musica, e non le parole, a predominare, con questi archi meravigliosi. Come poi diceva Noel in “Wonderwall”,
“and all the roads we have to walk are winding...”. Quando dice “molte volte sono stato solo e molte volte ho pianto”, poi c’è la frase “tuttavia non saprai mai le molte vie che ho tentato”, che invece nel film diventava “saprai SEMPRE le molte vie che ho tentato”, e poi gli altri versi come nell’originale “e mi riportano ancora sulla strada lunga e tortuosa, in cui mi hai lasciato qui molto, molto tempo fa...”. Quella strada che prima “mi guida verso la tua porta”, termina in invocazione: “non tenermi qui ad aspettare, guidami da te!”
LET IT BE
Un grande classico, da cui prende il nome questo blog, "Let it be..atles" :). Scritta e cantata da Paul. Molti pensarono che avesse un significato religioso, “Mother Mary”, ma invece era dedicata a sua mamma, Mary, morta quando aveva 14 anni. “E quando le persone dal cuore spezzato che vivono nel mondo andranno d’accordo, ci sarà una risposta, lascia che sia, perchè anche se sono divise, vedranno che c’è ancora una possibilità”. Quand’ero bambino avevano fatto una versione con una serie di cantanti famosi e ognuno cantava una parte, come anche in “We are the world” di Michael Jackson, canzone che il mio maestro delle elementari Liberale Fai (che noi chiamavamo come diceva Alberto Sordi: Bruno Impallato :) metteva di continuo sul suo hi-fi in classe.
WHILE MY GUITAR GENTLY WEEPS
E’ di George Harrison, ma fatta coi Beatles. Il testo è influenzato dalla lettura dell’ “I Ching”, dalle teorie orientali. “Guardo il mondo e mi accorgo che gira, mentre la mia chitarra piange dolcemente”. Semplicemente perfetta (forse la famosa "canzone perfetta"...).
LUCY IN THE SKY WITH DIAMONDS
Alice, la ragazza con gli occhi da caleidoscopio. Questa canzone trae ispirazione dal seguito di “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, cioè “Attraverso lo specchio” di cui scrivo qui più sotto in “I am the walrus”. (Poi ce ne sono altri due: “Le avventure di Alice sottoterra” e “Nursery Alice” per bimbi da 0 a 3 anni :). In particolare, è ispirata dal capitolo quinto di “Alice nello specchio”, in cui Alice discende un fiume in barca con la Pecora. Qui c’è la migliore vena creativa di John, la sua fantasia, è una straordinaria tessitura narrativa per immagini, diventata nella memoria di tutti una specie di affresco dell’era psichedelica. Di certo questo pezzo risente di quelle esperienze, anche se John spiegò che non è una canzone acida. Disse: “L’immagine era Alice sulla barca...ed era anche la donna che un giorno sarebbe venuta a salvarmi, una ragazza con gli occhi caleidoscopio uscita dal cielo”. Leggo dal libro: Alice si trova sulla barca con la Pecora, è Alice a remare. A un certo punto nel testo Carroll dice: “...doveva esserci qualche cosa di molto curioso in quell’acqua, pensava Alice, perchè di tanto in tanto i remi restavano come piantati in qualche cosa di solido e ci voleva una bella fatica a tirarli su”. Poi la Pecora avvisa Alice che questo non è uno dei soliti fiumi: pigli un granchio! “Un bel granchiolino! - Pensò Alice. - Beh mi piacerebbe!” Che dolce. Poi c’è una parte in cui Alice vuole fermarsi a raccogliere dei fiori altissimi, ondeggianti e profumati. “...e per un po’ dimenticò la Pecora mentre si sporgeva dall’orlo della barca, coi capelli arruffati che sfioravano l’acqua e gli occhi scintillanti di gioia... – Oh bellino quello là, peccato che non ci arrivo... – Neanche a farlo apposta, sebbene Alice s’ingegnasse a cogliere una gran quantità di bei fiori mentre la barca scivolava via, ce n’era sempre uno più bello degli altri che non poteva raggiungere! ... Che le importava se i fiori, appena colti, avevano cominciato subito ad appassire e a perdere il loro profumo e la loro bellezza? Quelli, che erano fiori di sogno, svanivano quasi come neve al Sole, mentre erano lì ammucchiati ai suoi piedi... Ma Alice ci badava appena: c’erano tante altre strane cose che la incuriosivano!” La canzone dei Beatles inizia così: “Immaginati in una barca su un fiume, con alberi di mandarino e cieli di marmellata. Qualcuno ti chiama, tu rispondi lentamente, a girl with kaleidoscope eyes. Fiori di cellophane gialli e verdi che svettano sopra di te. Cerchi la ragazza con il sole negli occhi, e se n’è andata :(. Seguila sino a un ponte presso una fontana, dove persone cavallo a dondolo mangiano torte di marshmallow (come Marshmallow Man, il gigante bianco dei Ghostbusters :), tutti sorridono mentre scivoli oltre i fiori, che crescono così incredibilmente alti. Taxi di giornale (questa è un’immagine di Paul) compaiono sulla sponda, aspettando di portarti via. Ci sali dietro con la testa fra le nuvole, e te ne sei andato... Immaginati su un treno in una stazione, con facchini di plastilina con cravatte di specchio, all’improvviso c’è qualcuno al cancelletto, la ragazza con occhi di caleidoscopio!”
Per quanto riguarda le iniziali “LSD”, questa dell’acrostico è solo una leggenda, difatti John ha sempre smentito tutto: diceva che l’idea per questa canzone gli era stata data dal figlio Julian, allora bambino, in un disegno fatto per la sua compagna di scuola Lucy.
STRAWBERRY FIELDS FOREVER
Ovvero: campi di fragole per sempre. Gli Oasis hanno preso spunto da questa canzone e dal suo video per la loro “Go let it out”. In una canzone di Vasco Rossi, si sente chiaramente una parte strumentale in cui sembra che abbia scopiazzato da questa canzone dei Beatles. Ad ogni modo, migliaia, milioni, tutti i musicisti si sono ispirati ai Beatles: gli “scarafaggi” hanno inventato tutto nella musica, ad esempio i video sono una loro invenzione; ma poi, se uno dovesse fare un elenco con le 100 canzoni più famose di tutti i tempi, almeno metà sarebbero dei Beatles. Questa è di John, un capolavoro. Come “Penny Lane”, anche questa è ispirata da un ricordo di un luogo reale: “Strawberry Field” infatti era il nome di un orfanotrofio, immerso in un grande giardino. John si era trasferito lì vicino da quando aveva cinque anni, dalla zia Mimi (quella casa era sulla copertina del singolo “Live Forever” degli Oasis, foto qui sotto). La prima stesura della canzone John la fece in Spagna, durante le riprese di “How I won the war”. Il testo crea come un ponte tra il mondo reale e quello immaginario dei sogni causati dall’LSD. “E’ facile vivere con gli occhi chiusi, fraintendendo quello che vedi”. “Sta diventando difficile essere qualcuno, ma tutto si risolve, non me me importa molto”. Quando dice
“no one I think is in my tree”, significa che “nessuno sembra essere avanti come me, perciò io devo essere un genio o un pazzo”. “Ma tu sai che io so quando è un sogno...lascia che ti porti con me, perchè sto andando a Campi di Fragole”. Sullo sfumare della lunga coda finale si sente John che dice “cranberry sauce”, salsa di mirtilli. Molto enigmatico.
la casa della zia Mimi, di John Lennon
COME TOGETHER
“Una cosa posso dirvi, che dovete essere liberi. Venite insieme adesso sopra di me”. E’ una canzone di John. Venne bandita dalla BBC per l’involontaria pubblicità alla Coca-Cola (
“He shoot Coca-Cola...”). Il protagonista è il tricheco, personaggio negativo come scriverò qui sotto in "I am the walrus", l’ideatore dell’etichetta Bag Productions (
“he got walrus gumboot”, stivale di gomma da tricheco). A un certo punto dice: “Lui ha O-no basette!” Come me :). I basettoni-"favoriti" del Conte Camillo Benso Conte di Cavour :)). Ma qui nella canzone era un riferimento a Yoko Ono, alla sua relazione con lei, tra l’altro non è difficile interpretare quel “come together” in chiave sessuale... Di questa canzone decine e decine di cantanti e gruppi hanno fatto la loro versione. Ne ho anche una di Michael Jackson, grande amico di Paul McCartney da sempre. Quand’ero bambino andavo pazzo per il “Jacko”, ballavo come lui in casa, come un deficiente :). Eh Michael Jackson ha un grande fascino sui bambini... Certo che se avessi saputo che poi sarebbe diventato un pedofilo, l’avrei lasciato perdere, ma negli anni ’80 e nei primi ’90 era troppo un mito, nessuno ballava come lui, e penso neanche adesso. Negli anni ’80 faceva delle canzoni insieme a McCartney, cantavano insieme, come in “The girl is mine”, in cui facevano finta di litigare scherzosamente perchè entrambi volevano una ragazza, e poi altre canzoni bellissime insieme. Il mio “Beatle” preferito era proprio Paul McCartney, forse perchè era il più bello e simpatico, che aveva successo con le ragazze, mi piacevano molto le sue canzoni. D’altronde quand’ero bambino, John Lennon era già morto (nell’80), e il Beatle che aveva più successo commerciale (video, canzoni pop) come solista era proprio Paul, quindi è normale che mi piacesse di più lui. Però anche George Harrison faceva delle grandi canzoni da solista. Ringo Starr era meno conosciuto, ma anche lui ha lavorato da solista. Quindi si può immaginare come mi sono esaltato un po’ di anni fa quando sono andato da Paul McCartney in persona per portargli l’invito per un premo di letteratura. Era la prima volta che lo incontravo, è gentilissimo, un vero baronetto inglese (difatti lo è diventato). Nel corso degli anni sono circolate molte leggende riguardo a lui, dicevano che era morto. No no, è vivo, eccome! Dicevano così per varie cose, ad esempio nella copertina dell’album dei Beatles “Abbey Road” (quello famoso in cui loro attraversano sulle strisce pedonali, ho il poster in camera) lui era l’unico a piedi scalzi, e secondo i maligni era morto. Mah!
ACROSS THE UNIVERSE (video: cover di Fiona Apple)
Ha delle parole stupende. E’ di John Lennon, fatta coi Beatles, ma qui ho messo la versione di Fiona Apple, finalmente una voce femminile. Mi piace molto suonarla, è una delle prime che avevo imparato. Questa versione di Fiona su cd era introvabile (io ce l'ho :P), una vera rarità, è un singolo giapponese. Nel ’69 questa canzone uscì su un album a favore del WWF, intitolato, rifacendosi a quello che dice questa canzone, “No one’s gonna change our world”. C’è un richiamo alla filosofia indiana, quando invoca il Guru Dev (
“Jai Guru Deva Om”, in cui l’Om è una specie di “amen”). Io sono Guru su YouTube :) Le parole di questa canzone mi lasciano a bocca aperta: “Le parole volano come pioggia senza fine in una tazza di carta, scivolano mentre passano, si disperdono per tutto l’universo/ pozzanghere di dolore, onde di gioia fluttuano nella mia mente aperta, s’impossessano di me e mi accarezzano...niente cambierà il mio mondo”. Magnifico. “Immagini di luce spezzata che mi danzano davanti come un milione di occhi, che mi chiamano e mi chiamano per tutto l’universo/ pensieri vagano come vento inquieto dentro una cassetta delle lettere, precipitano alla cieca mentre seguono la loro strada per tutto l’universo...niente cambierà il mio mondo”. Stupendo. “Suoni di risa, ombre di terra risuonano attraverso le mie vedute aperte, mi incitano e m’invitano/ amore senza fine nè limiti che mi splende intorno come un milione di soli, mi chiama e mi chiama ancora per tutto l’universo...niente cambierà il mio mondo”. Meravigliosa.
"Across the universe" versione Beatles
HEY JUDE
Grande classico. Qualche anno fa sono stato a vedere a teatro (al teatro Nazionale in Piazza San Babila) uno spettacolo stupendo sui Beatles, era un musical, con balletti, con la più brava cover-band che suonava, ecc. Si concludeva con questa canzone, che andava avanti
ad libitum (a piacimento, “fading”), e non finiva mai, sempre con “naa na-na-na-na-na-na...” (ripreso poi dagli Oasis, per esempio nella canzone "All around the world"). E’ scritta e cantata da Paul: l’idea gli venne mentre guidava per andare a trovare Cynthia e il figlio di John, Julian Lennon, dopo la separazione. Cantava “Hey Jules”, diventato poi “Jude”, perchè era un nome più country-western. Paul, per pubblicizzare il titolo, fece una scritta a grandi lettere sulle vetrine della boutique della Apple, all’epoca già fallita. La cosa venne letta addirittura come un’azione antisemita e ci fu addirittura chi accusò Paul di filonazismo (un mattone infranse una vetrina). Si sente l’amarezza di Paul nell’accorgersi di aver perso un amico, John, quando dice
“go out and get her”, a causa di Yoko Ono. Grandi echi di questa canzone si sentono in “Little James” degli Oasis, scritta da Liam per suo figlio.
I AM THE WALRUS (video: cover Oasis, Knebworth 1996, spettatori: 250.000)
Ovvero: io sono il tricheco. Influenze nel testo: ovviamente Carroll, l’autore di “Alice nel paese delle meraviglie” (vedi la canzone sopra “Lucy in the sky with diamonds”). Nel quarto capitolo di “Attraverso lo specchio”, c’è la poesia “Il tricheco e il falegname”. A questo proposito John Lennon, autore della canzone, disse: “Non avevo mai capito bene cosa significasse veramente. Solo più tardi mi resi conto che il tricheco era il cattivo e il falegname il buono. Pensai: ho preso il personaggio sbagliato. Avrei dovuto dire: "Io sono il falegname" ”. Anche in “Alice in Wonderland”, il tricheco era quello che all’apparenza si mostrava gentile, ma poi si mangiava tutte le povere ostriche. Spesso Alice sbaglia, pensa bene o male di un personaggio, e solo dopo cambia idea, anche qui col tricheco. La poesia del tricheco e del falegname inizia così:
Il Sole risplendeva sopra il mare,
Risplendeva glorioso e rilucente,
ogni cosa faceva scintillare
e non si risparmiava proprio niente;
brillava sotto il vivo raggio ogni onda,
e strano a dirsi, era ancora notte fonda.
John ammise tra l’altro di aver iniziato la stesura sotto l’effetto dell’LSD, difatti ascoltando questa canzone uno si chiede se l’ha composta un drogato o cosa. E poi, nel sesto capitolo del libro di Carroll, c’è questo “uomo-uovo” presente nella canzone (“the eggman”), un uovo con tanto di naso, occhi e bocca. La canzone inizia con riferimenti alle scritture taoiste, difatti all’inizio dice:
“I am he as you are he as you are me and we are all together”, io sono lui come tu sei lui come tu sei me e noi siamo tutti insieme. Nel testo poi ci sono immagini surreali, grottesche, quella della ragazza con le mutande abbassate provocò la censura della BBC. Poi compaiono anche gli Hare Krishna, tanto cari a George Harrison (vedi la canzone sopra “My sweet Lord”) ed Edgar Allan Poe. Altre citazioni sono la famosa canzone dei Beatles “Lucy in the sky with diamonds” (tra l’altro l’LSD contiene le iniziali di Lucy in the Sky with Diamonds). E’ stato detto anche che addirittura una sirena della polizia ha fornito l’idea per un primo nucleo melodico (e per il verso riferito al poliziotto), questa canzone è proprio da malati di mente :). “
Crabalocker fishwife pornographic priestess”, traduco qualche parte della canzone: “Crema di materia gialla che cola dall’occhio di un cane morto (che schifo!), pescivendola granchiarmadio sacerdotessa pornografica, ragazzo tu sei stato una ragazza (?) cattivella, ti sei tirata giù le mutande”. E poi: “sardina di semolino che scala la Torre Eiffel”. Bella la parte quando dice: “Seduto in un giardino inglese aspettando il Sole, e se il Sole non viene, ti abbronzi stando sotto la pioggia inglese”. GOO GOO GOO JOOB!
In coda si sente in sottofondo la voce di una radio che trasmette la scena sesta del quarto atto del “Re Lear” di Shakespeare.
"I am the walrus" versione originale dei Beatles
HELTER SKELTER (video: cover degli Oasis)
Ovvero: scivolo a spirale. E’ anche il nome dell’etichetta discografica degli Oasis. La suonano anche nei concerti. Era la canzone più rumorosa dei Beatles, tanto che Ringo Starr al termine della registrazione gridò “I’ve got blisters on my fingers!” Oltre a “scivolo”, il titolo infatti sfrutta anche l’altro significato del termine, che è “confusione”. Inizia con: “Quando arrivo in fondo torno in cima allo scivolo, dove mi fermo e mi volto e parto per un giro, finchè non arrivo in fondo e ti vedo di nuovo... Mi precipito giù ma sono miglia sopra di te”.
versione Beatles
"The fool on the hill"
"Hello, goodbye"
"Don't let me down"
"The ballad of John and Yoko"
"Ob-la-di, ob-la-da", Liverpool video
"Octopus's garden"
Oasis: "Whatever"+"Octopus's garden" (Knebworth 1996)
"With a little help from my friends"